
E’ quasi l’ora di darvi la buonanotte e sono ancora qui che devo aggiornarvi. Il fatto è che le notizie sono tristi o per lo meno non sono allegre come si vorrebbe, ma del resto abbiamo spostato l’attenzione dalla cronaca alla narrazione della cronaca e oggi abbiamo visto come certi titoloni siano più o meno ottimisti. Da queste parti, un po’ per patriottismo di testata, un po’ perché ci piace l’onestà intellettuale, preferiamo andarci cauti. La sensazione è che molti vogliono sperare ma il presente li spaventa, e li spaventa a morte. Se fate un giretto sulla home de La Pressa avrete modo di avere un quadro definito di questo primo giorno di fase 1+1, un giorno a metà tra la gioia di riaprire e la paura di uscire, tra i timori della seconda ondata e la speranza di farcela. Cose che leggeremo sui quotidiani domattina e che vi racconterò dal mio collegamento quotidiano, ma che si confondono tra una narrazione purtroppo celebrativa del governo regionale, e quella della cruda realtà. Come se stesse scendendo di livello quello scollamento dalla realtà che oramai è una costante nel governo nazionale ma che paurosamente si sta avverando anche qua in Emilia-Romagna. Mi auguro che i fatti mi diano torto, ma la sensazione è questa, e cioè che a fronte di un racconto che viene narrato a lieto fine, ci ritrovieremo in realtà con ben altri esiti.

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