C’è qualcosa di profondamente fastidioso in ormai ogni questione che riguarda il tema delle migrazioni. Perché se è vero che il tema si presta tristemente all’uso di notizie false, è pur vero che la situazione di emergenza, che tanto più emergenza non è da quando il triunviro Salvini ha preso il comando del Viminale, viene resa tale dai continui appelli all’accoglienza da una parte, opposta alla linea dura del governo o di una parte di esso. Governo che, straordinariamente gode di due primati a dir poco inediti: è il più amato dagli italiani (occhio a questa espressione) da un bel po’ di tempo a questa parte (non ricordo se Renzi al netto del 41% alle europee di cinque anni fa godette di un simile consenso); ed è il più odiato dai mezzi di informazione governati di fatto da un establishment che non ha più il polso né il controllo del paese.
Ultimo caso in ordine di cronaca è la tentata visita da parte di alcuni parlamentari alla nave Sea Watch e qui davvero, vista la presenza di Stefania Prestigiacomo in questo grottesco gruppetto trasversale, siamo alle comiche finali come disse Fini ai tempi del predellino. E a tutti gli effetti viene da chiedersi se, quelli di centro destra che oggi contestano Salvini, siano gli stessi che nel 2002 votarono la Bossi-Fini.
Quello che emerge, al netto della divisione tra le due compagini della maggioranza che sostiene il triumvirato Conte-Di Maio-Salvini, è che se a livello locale si cerca di salire sul carroccio in quanto futuribile vincitore, a livello nazionale l’impressione è la non accettazione di aver perso la leadership e di non riconoscere che gli ultimi cinque anni di opposizione siano stati fallimentari, prima con l’apertura alle larghe intese, poi col nazareno. La Lega oramai si è aperta, oltre che al centro sud, anche al ceto moderato, confinando la destra di lotta e di governo a Fratelli d’Italia e rosicchiando consensi anche a quell’elettorato di centrosinistra che vedeva con favore la linea Minniti.
L’emergenza sbarchi non è più tale in quanto si è deciso di far prevalere non tanto una linea sovranista, ma una linea meno ipocrita e che tendesse a responsabilizzare anche gli altri paesi Ue al tema delle migrazioni. A sinistra questo non l’hanno capito, continuano a dire che l’immigrazione è un falso problema (ma lo sento dire per l’appunto dai tempi della Bossi Fini) ma facendo così, da emergenza di fatto rientrata, la trasformano in emergenza perpetua. Invece di incalzare il triumvirato sui temi economici, che sarebbero anche più urgenti, si concentrano sul razzismo, attaccano uno solo dei triunviri, cercando di ingraziarsi gli altri due, ma di fatto tengono i riflettori puntati su un tema molto sentito dagli italiani e che, di fatto, alimenta il consenso leghista.
E così, mentre l’onorevole Carfagna utilizza l’hastag di Zingaretti per le primarie Pd, per difendere la collega Prestigiacomo, ci imbeviamo un altra domenica di emergenza circolare, con strumentalizzazioni sul giorno della memoria che tutto servono tranne che a ricordare davvero.
Steve