
Circola su Facebook e su tutti i social di questo angolo di mondo chiamato Italia, l’intervista che “La Zanzara” di Radio 24 ha fatto a Mario Adinolfi, direttore del quotidiano fresco di stampa “La Croce“. Ora, tralasciando i commenti che si sono susseguiti in ambito “progressista”, occorre dire che è proprio vero che i titolisti dei giornali, siano questi via web o cartacei, spesso peccano di sensazionalismo. Agli occhi di tutti, Adinolfi ha detto che “la moglie deve essere sottomessa”, passando di fatto per un fondamentalista col crocefisso al collo anziché la bandiera dell’Is.
Ora, a pensar male si fa peccato, Adinolfi conosce benissimo quelli de “La Zanzara”, ragion per cui, è consapevole della risonanza mediatica che può ottenere una simile intervista, dato che passa per essere il portavoce delle “Sentinelle in piedi”.
Però, benedetti figlioli, voi che leggete più e meglio delle suddette sentinelle, voi che siete progressisti, voi che confondete l’odore di incenso con quello di zolfo (a tanto s’è arrivati) dico io: ma una letturina alla Bibbia mai? Vi do una mano io mettendovi di fronte anche a diverse versioni per provare a farvi capire cosa intende Adinolfi. Se farete lo sforzo di leggereciò che è scritto, capirete che il cristianesimo con l’Is c’entra come i cavoli a merenda; però lo so, anche io quando ero agnostico, facevo di tutti i monoteismi un fascio.
Quanto alla prevenzione in materia di sesso e preservativi, senza scomodare i testi sacri copio incollo due estratti di Pier Paolo Pasolini, intellettuale omosessuale dimenticato dalla sinistra progressista e dai movimenti GLBT, del resto quando si ha Luxuria, perché scomodare Pasolini?
Il primo estratto proviene dal Corriere della Sera del 19 gennaio 1975 e pubblicato in Scritti Corsari (Garzanti) ed è intitolato “Sono contro l’aborto”:
“La libertà sessuale della maggioranza è una convenzione un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore […] una maggiornaza totalmente passiva e nel tempo stesso violenta, che considera intoccabili le sue istituzioni, scritte e non scritte. […] Tutto vi è precostituito e conformistico, e si configura come un diritto (compresa la tragicità e il mistero impliciti nell’atto sessuale) viene vissuto conformisticamente. […] C’è da lottare, prima di tutto contro la falsa tolleranza del nuovo potere totalitario dei consumi, distinguendosene con tutta l’indignazione del caso; e poi c’è da imporre alla retroguardia, ancora clerico- fascista, di tale potere, tutta una serie di liberalizzazioni reali riguardanti appunto il coito (e dunque i suoi effetti): anticoncezionali, pillole, tecniche amatorie diverse, una moderna moralità dell’onore sessuale ecc. ecc. Basterebbe che tutto ciò fosse democraticamente diffuso dalla stampa e soprattutto dalla televisione, e il problema dell’aborto verrebbe in sostanza vanificato, pur restando, come deve essere, una colpa, e quindi un problema della coscienza. Tutto ciò è utopistico? E’ folle pensare che un’autorità compaia in video reclamizzando diverse tenciche amatorie? Ebbene, non sono certo gli uomini con cui io polemizzo che debbono spaventarsi di questa difficoltà. Per quanto io ne so, per essi ciò che conta è il rigore del principio democratico, non il dato di fatto (com’è invece brutalmente per qualsiasi partito politico).“
Il secondo estratto proviene invece da “Tempo”, è del 1972 e si intitola “Troppa libertà sessuale e si arriva al Terrorismo”:
“[…] mentre per esempio fino ad alcuni anni fa, per un adolescente avere la ragazza era un’aspirazione […] ora la ragazza è un obbligo appunto perché essendo più facile averla, e ce l’hanno subito tutti, guai a chi non ce l’ha. il terrore di essere senza ragazza crea dunque l’obbligo dell’accoppiamento, e quindi la nascita di un numero enorme di coppie atificiali, non unite da altro sentimento che quello conformistico di usare una libertà che tutti usano. […] Una società tollerante e permissiva è quella dove più frequenti sono le nevrosi, perchè essa richiede che vengano per forza sfruttate le possibilità che essa permette, richiede cioè sforzi disperati per non essere da meno in una competitività senza limiti. […] La libertà sessuale “da sola” porta a gravi squilibri […] non c’è altro in definitiva che tale sentimento: esso è integrato solo, e automaticamente, dall’ansia consumistica, dallo snobismo piccolo- borghese che è tipico della stessa socieltà che produce la permissività sessuale.“
I libri di Pasolini sono tuttora in vendita nelle librerie e si trovano nelle biblioteche. Fatevi una buona lettura ogni tanto, prima di dichiararvi “Charlie” a vostra immagine e somiglianza.
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