
di Francesco Benozzo per La Pressa
‘Concedete agli studenti, ai dottorandi, agli assegnisti, ai giovani ricercatori una speranza per un futuro non asservito agli interessi mercatisti, globalisti e transumanisti: dimettetevi’. A firmare questo provocatorio appello ai rettori delle università italiane con una lettera aperta è il professore modenese Francesco Benozzo dell’università di Bologna insieme al collega romano Luca Marini.
‘Egregi colleghi, ci rivolgiamo a voi in questi termini, senza inutili orpelli, ricordando le volte in cui ciascuno di voi e chi vi ha preceduto si è rivolto a noi docenti utilizzando la stessa terminologia (“Caro collega”) al solo scopo di ottenere il voto. Ovviamente non vi abbiamo mai votato. Come non abbiamo mai votato i vostri predecessori. Per la semplice ragione che il nostro sistema di valori è talmente distante dal vostro e dai “colleghi” che voi rappresentate, da indurci a chiedervi una sola, semplice cosa: dimettetevi – scrivono Benozzo e Marini -. Voi che avete sostenuto o, per lo meno, non vi siete dissociati dalla lettera del vostro collega Ferruccio Resta, che ha impunemente utilizzato la qualifica di Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) per veicolare una sua personale dichiarazione di allineamento al sistema, spacciandola per atto collegiale, fate una cosa per il bene della comunità accademica: dimettetevi (e Resta sia il primo a farlo)’.
Ricordiamo che il numero uno della Conferenza dei rettori delle università italiane, Ferruccio Resta, nei giorni scorsi aveva pubblicato, sul sito istituzionale della CRUI (qui), un appello al premier chiedendogli di rimanare a Palazzo Chigi. ‘Caro Presidente Draghi, l’università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima e allo stesso tempo una richiesta di aiuto: la formazione, la ricerca e soprattutto le giovani studentesse e i giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare’ – aveva scritto Resta.
‘Concedete agli studenti, ai dottorandi, agli assegnisti, ai giovani ricercatori una speranza per un futuro non asservito agli interessi mercatisti, globalisti e transumanisti: dimettetevi. E a quelli come noi che non credono – perché per esperienza non possono più credere – nell’etica di un sistema chiuso e autoreferenziale, date un motivo per ricredersi: dimettetevi. Dimettetevi e, quando la grande truffa pandemica e ciò che si cela dietro di essa sarà stata svelata, forse saremo disposti a fare una cosa: dimenticarvi’ – chiudono Benozzo e Marini.