Prima di conoscere l’eterno

Ogni promessa è debito o, per lo meno, dovrebbe. Quando ho aperto questo spazio su Blogger, e ormai la storia la sapete, promisi che avrei ripreso, ripescato e ripubblicato i contenuti del vecchio “Jack Tempesta’s Chronicles”. Per certi versi quella promessa è stata mantenuta, soprattutto quando ho deciso di riadattare l’erede del vecchio “Chronicles” ad archivio. Ma l’operazione non poteva essere completa, perché mancavano i contenuti più importanti e sì, che ci crediate o meno, seri. Mancavano le vecchie poesie, quelle che forse erano le più apprezzate. Mi piace pensarlo perché alla fine mi ero creato un seguito. Un seguito che forse, anche in base alle mie attività di cronista sempre più discontinue, non ho mai perso. Magari ne ho anche qualcuno di nuovo chissà, però quel nuovo non conosce questo sommerso che si è perso nell’etere. Ora l’ho recuperato e lo potete trovare qui. Può essere una buona lettura sotto l’ombrellone.

Grazie fin da ora.

Stefano

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Fanano, quando l’ospitalità non regge più

La questione del “rifiuto” della comunità fananese di voler ospitare dieci migranti (cosa che sembra avverrà a fine agosto) ha smosso critiche e interessi, nonché opinioni un tanto al chilo di presunti influencer sui social network.
Innanzitutto siamo di fronte a due drammatiche banalità: quella della solidarietà obbligatoria e quella dell’opinione social, negativa o positiva che sia, altrettanto obbligatoria. In relazione a quest’ultima, in merito a chi si augurava che Fanano si spopolasse turisticamente in quanto “poco umana ma solo avvezza al denaro”, vorrei davvero vedere quanto pesa l’influencer di turno, anche alla luce di un’intervista alla Gazzetta di Modena. Allo stesso modo parliamo di chi ha alzato bandiera nera, o per lo meno si è fatto passare per razzista in base ad alcuni commenti diciamo “poco aperti”: siamo nella categoria dei leoni da tastiera, e il detto è adattabile a “sulla tastiera leoni, dal vivo…”

Punto nascite Pavullo, quello che non mi convince

A pensar male si farà peccato, direte voi, ma ci sono cose che non mi convincono in tutta questa storia del punto nascite di Pavullo.
Non mi convincono da quando, nel 2011, cominciai a seguire la vicenda dei vari piani attuativi locali, ero corrispondente per la Gazzetta di Modena, e ricordo le ostentate rassicurazioni dell’appena rieletto Canovi, dell’allora presidente della Provincia Sabatini e del direttore dell’Ausl di allora, di cui non ricordo il nome. Era l’epoca in cui si inauguravano le case della salute e in cui il Frignano, ancora comunità montana, non ancora Unione dei comuni mostrava tutto fuorché unità di intenti, con certe frizioni date anche dal colore politico.
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