Palla al centro

Parafrasando la brava giornalista svizzera Natasha Lusenti, questa mattina mi sono svegliato e sono stato contento di non essere un brasiliano. A conti fatti non so se sia peggio una batosta come quella patita dai pentacampeao ieri sera, o la vergognosa eliminazione della pedata italica. I verdeoro per lo meno in semifinale ci sono arrivati, noi no.  Qualche post fa, avevo scritto che in una gara a eliminazione diretta, in caso di rigori i brasiliani non avrebbero retto. Ho avuto torto col Cile, anche se hanno rischiato, ma ho avuto ragione con i panzer, anche se non immaginavo che sarebbero usciti di testa. Son pur sempre i brasiliani diamine, ieri sera sembravano una squadra materasso al torneo delle frazioni di Castellaro!
Qualcuno ha tirato in ballo leggi non scritte dello sport in cui il più forte non deve umiliare il più debole, ma avrei voluto vederla applicata al Dream Team di Barcellona ’92, o agli All Blacks che nella coppa del mondo del 1999 strapazzarono l’italico ovale per 101 a 3!
Con ogni probabilità, senza stare a fare analisi tecniche e tattiche, ieri sera ha vinto il gioco e la coppa del mondo è tornata indietro di 70/80 anni, quando alle origini delle grandi sfide internazionali non era difficile vedere grandi squadre battersela a punteggi tennistici. La Germania ha semplicemente giocato, il Brasile sono anni che non lo fa più, aggiungiamoci una pressione senza eguali (neanche noi a Italia ’90 eravamo messi così) e il Mineraizo è servito!

Olanda- Argentina a questo punto si preannuncia sulla stessa linea. L’Albiceleste è stata piuttosto modesta in questo mondiale, un girone vinto a punteggio pieno pur faticando con tutte le squadre (Bosnia e Iran comprese) ottavi e quarti passati al minimo sindacale e una forte dipendenza da Messi. L’Olanda, stando agli umori nazionalpopolari, è la squadra su cui convergono le simpatie (non ha mai vinto nulla, dicono, se lo meriterebbe) e se, come sembra, smettono di fare le cicale come hanno fatto sempre (eccetto l’europeo dell’88) potrebbero averla facile sull’Argentina e giocarsela alla pari con la Germania.

L’impressione che ho, è che dopo le parvenze di Copa America, dettate più che altro dalle sorprendenti compagini della Colombia e Costa Rica, il calcio latinoamericano sia in realtà poca cosa. Del resto non è più possibile fare di un giocatore il proprio patrimonio nazionale come ai tempi di Pelé e, a differenza anche solo di vent’anni fa, i fenomeni sudamericani crescono e giocano in Europa, già privati di quell’estro naturale che avrebbero nella loro terra d’origine, nella quale non giocano neanche i campionati da sbarbatelli (per dire, Maradona approdò a Barcellona a 22 anni dopo aver disputato un mondiale) di conseguenza, gli allenatori europei, che li hanno plasmati a loro immagine e somiglianza, sanno benissimo come annientarli e come farlo fare ai loro giocatori. Ma è una mia impressione, da pallonaio distratto. Palla al centro, che stasera è un altra sfida. Buona visione.

Stefano Bonacorsi

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