mi perdoneranno coloro che credono a queste cose, mi diranno che non capisco un cazzo, che vedo il marcio ovunque, che sono paranoico. però no, tutto ma questo no. non lo voglio il live aid emiliano, mi fa orrore il solo pensarlo. non aspetto neanche di sapere il cast ufficiale, so solo del rifiuto di Vasco Rossi, il quale dice: “No. Non parteciperò a nessun concerto di beneficenza. Non amo quel modo di farla, poco costoso e poco faticoso. Certo rispetto chi la fa così, ci crede ed è sincero. Ma io penso che la beneficenza si debba fare tirando fuori i soldi dal proprio portafoglio, senza troppo spettacolo e pubblicità”. e per una volta possiamo concordare su quello che dice, dato che negli ultimi tempi, l’uomo (o quello che ne rimane) è stato solo in grado di farsi della pubblicità polemica e fine a se stessa.
perché non avrei voluto l'”Emilia Live”? perché queste cose si sa che vanno a finire in merda. perché anche se sono tutti artisti emiliano- romagnoli e quindi presumo sensibili al tema e ancestralmente legati alla loro terra ferita dal sisma, non si cureranno minimamente di dove andranno a finire i soldi. sia chiaro, non voglio dubitare della buona fede del progetto né di chi partecipa, magari Beppe Carletti seguirà tutto per filo e per segno… ma c’è davvero bisogno di tutto questo? non sarebbe più semplice che tutto il cast che parteciperebbe facesse una donazione direttamente sui conti correnti di riferimento della Regione Emila Romagna e dei comuni colpiti (come consigliano di fare con le donazioni generiche, evitando inutili giri via sms, o altre iniziative pompose/mediatiche). non sarebbe più bello ancora se gli artisti, magari in sordina e con poca pubblicità facessero comparsate nelle tendopoli, suonando a mo’ di bivacco per la gente accampata? i Modena City Ramblers, che saranno tra i partecipanti, ad esempio so che sarebbero in grado di farla una cosa del genere, senza muovere palchi o service… anche perché, degli sfollati che hanno perso tutto, dal lavoro alla casa, chi di loro potrà andare a vedere un concerto dedicato a loro? e quanti di loro vedranno materialmente realizzare qualcosa coi soldi ricavati? se venissero a dirmi che il comune di Bologna non vuole nulla per l’utilizzo dello stadio, l’Enel o l’Hera abbuonerà l’uso della corrente elettrica, che la Siae non passerà all’incasso, che i promoter non ci faranno la cresta allora ci crederò, ma voglio ricordare che l’Emilia, in tutto il suo orgoglio e splendore, fa pur sempre parte di quel dannato paese che è l’Italia, e alle italianate non si scappa, soprattutto quando c’è della beneficenza di mezzo. e ripeto, non voglio minimamente pensare che gli artisti coinvolti ragionino in termini di impegno sociale come mezzo promozionale, però… ci sono troppi però. c’è già stato il caso di “Domani” la canzone scritta per il terremoto in Abruzzo, i cui proventi dovevano essere destinati al conservatorio dell’Aquila ma non se n’è saputo più nulla (e sono rimasto alle inchieste del Mucchio Selvaggio di un po’ di tempo fa). augurandoci che a nessuno venga in mente di scrivere una canzone sul terremoto emiliano (per lo meno se lo faranno, lo facciano tenendosi alla larga dagli schemi di “Domani”) auguriamoci anche che le cose vadano un po’ meglio del solito, anche se sono pressoché sicuro che nulla di ciò che ho scritto finora sarà smentito. se lo sarà, sarò contento di essermi sbagliato, ma permettetemi di dire, e qui concludo, che gli emiliani sono sì un popolo fiero, ma sono anche un po’ boriosi e propensi alle “americanate” (siamo pur sempre tra la via emilia e il west no?) e questo ci rende meno superuomini e molto più italiani nel senso peggiore del termine. mi auguro solo, che nella messa in scena del concerto di solidarietà organizzato dai Nomadi, a nessuno venga in mente di cantare “Noi non ci saremo”.
Stefano Bonacorsi