Prospettive (corollario alla rassegna ad alta quota del 8 maggio 2020)

Ammettiamolo, pur se questa pandemia ha causato enormi disagi e una crisi di cui ancora non si conoscono le entità effettive, potrebbero esserci delle prospettive di miglioramento. Pensiamoci un attimo, ma anche solo il fatto che una regione come la Calabria, per mano del suo presidente abbia deciso di intraprendere una riapertura autonoma, anche in relazione al fatto di aver avuto meno contagi e meno morti rispetto ad altre regioni, è un dato significativo. Significativo perché è una voce del sud, il tanto bistrattato sud che, questa volta, anticipa il nord perché sa di poterlo fare.

Lo stesso si dica per le aree montane. Si prospetta, per lo meno nel modenese, un ritorno al turismo di prossimità, occasione da cogliere al volo per rendere nuovamente appetibili zone di villeggiatura che, a oggi, sono rimaste ferme a ormai troppi anni fa. Certo occorreranno investimenti in modo da rendere la cosa strutturale e non occasionale, ma le possibilità ci sono tutte, anche quelle di superare l’economia di solo turismo.

Insomma questa sera, più che un aggiornamento una riflessione. C’è una ripartenza da affrontare e serviranno misure non drastiche ma efficaci. C’è la possibilità di una ripartenza che possa assomigliare a un boom. Lo stato attuale non lascia grandi spiragli di speranza, tuttavia, con le giuste, ma soprattutto dovute agevolazioni, si potrebbe prendere un treno che in Italia aspettiamo da anni.

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Rassegna ad alta quota del 8 aprile 2020

ultima cena

Secondo il calendario ebraico la festività della Pasqua inizia questa sera, per gli ebrei il “passare oltre” ricorda il passaggio dalla schiavitù in Egitto alla terra promessa (capito Giuseppi?) per i cristiani invece si tratta ricordare la resurrezione di Gesù. Va detto però che convenzionalmente l’ultima cena, viene posta al giovedì che nelle festività cattoliche è il Giovedì Santo, probabilmente perché, stando alle Scritture, la crocifissione avvenne di venerdì. Infatti prima di andare al sepolcro aspettarono un giorno perché osservarono il sabato (e gli ebrei, tradizionalmente il sabato si riposano totalmente!). Questo pistolotto per dirvi che nella famosa ultima cena Gesù coi discepoli festeggiò la pasqua ebraica che cade, secondo il calendario ebraico (che è lunare) il 14 giorno del mese di Nisam cioè oggi. Se facessimo un parallelo col calendario ebraico, festeggeremo la nostra pasqua sabato, anziché domenica, e ogni anno l’avremmo in un giorno diverso. Tutto questo per dirvi (con largo anticipo sulle convenzioni) Buona Pasqua!!

Passiamo ai fatti di oggi. Vi segnalo un articolo di Der Spiegel, che definirei filo europeista, o meglio, intento a proporre quello che potrebbe essere un salvataggio di quel che resta dell’UE. L’articolo è tradotto in italiano, per cui tranquilli. Ve lo faccio leggere assieme a questa riflessione su Boris Johnson che ho trovato sul sito Liberalismo Gobettiano. Poi, segnalo da La Pressa i provvedimenti della regione Emilia Romagna a sostegno del settore medico e imprenditoriale. Cito anche la figura di palta del ministro Azzolina nel confronto stato-regioni sulla scuola. L’articolo è di Repubblica, così non dite che posto solo articoli di giornali anti governativi. Come promesso metto anche l’approfondimento sulla potenza di fuocodal sito di Nicola Porro e, infine, per continuare a tenere il punto sulle strutture per anziani un video di Sarina Biraghi sul sito de La Verità. Buon ascolto, buone letture e buona notte.

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La banalizzazione della fede

religione vs politica

Trovo oltremodo curioso, seppur da cristiano classificabile come evangelico-pentecostale, il modo ignobile con cui viene, in questi giorni, irriso il cristianesimo di matrice cattolica. 

Ma non nascondiamoci dietro a un dito, questo è l’odio secolare contro la Chiesa Cattolica Romana che i suoi detrattori, non vedevano l’ora di poter far emergere in tutto il suo splendore. [continua a leggere su Caratteri Liberi]

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L’ora della guardia alta

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E’ il momento dell’unità nazionale, non è il momento delle polemiche, ce la faremo, andrà tutto bene eccetera. Eppure questo è il momento in cui dobbiamo fare più attenzione. Soprattutto dopo che è stata varata una manovra straordinaria, di cui ancora non esiste la pubblicazione in gazzetta ufficiale e di cui si dubita per i futuri effetti e che, tanto per cominciare, allunga di due anni gli accertamenti fiscali del 2015… [continua a leggere su Caratteri Liberi]

Pandemia Sinistra

pandemia sinistra

Gioco di sponda con Davide Cavaliere, ma decido di ampliare il raggio. Mentre infatti in Italia assistiamo alla sinistra impotenza e all’ancor più sinistra incapacità di gestione di un’emergenza, all’estero non sanno se ridere o piangere, guardando al lato così detto progressista della politica…[continua a leggere su Caratteri Liberi]

Lazzaretto Italia

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Nel giorno in cui Giuseppi smentisce sé stesso, creando di fatto il Lazzaretto Italia (a differenza dell’inizio della crisi dove diceva che il Paese non sarebbe diventato il lazzaretto d’Europa), le indiscrezioni parlano di un vertice tra il leader dell’opposizione, il senatur 2.0 Matteo Salvini e il suddetto premier per caso.

In molti fanno notare che in periodi di crisi non è salutare puntare il dito su chi guida la politica nazionale, tuttavia… [continua a leggere su Caratteri Liberi]

ROZZEMILIA (a ciascuno il suo blocco)

boia

Un giorno avrò modo di scrivere del mio percorso politico, magari prima riesumando qualche vecchio scritto. Perché l’esasperazione delle elezioni emiliano romagnole mi hanno portato ad una serie di considerazioni politically uncorrect, chi ha orecchie per udire oda, chi dissente mi dispiace per lui. Se ne farà una ragione.

Chi mi segue da tempo, sui vari blog che ho avuto, sa che ho un sinistro passato politico, poi, data l’impossibilità dell’allora sinistra sedicente radica-chic-progressista de mecojoni, di trovare un’alternativa ideologico programmatica all’odio viscerale per Berlusconi e ciò che rappresentava, ho deciso di abbandonare la militanza, preferendo all’epoca, la cronaca e la critica.

Tutto bene, finché rientravo comunque in un recinto liberal, che non vuol dire liberale, ma che comunque mi allargava il raggio dalla restrizione combat-salottiera di Bertinotti, passando per il moralismo giustizialista di Di Pietro (di fatto il precursore dei Cinque Stelle) fino ad approdare al Fanfani 2.0 di nome Matteo Renzi.

Il partitone, come lo chiamano da queste parti, non mi è mai piaciuto, ho sempre preferito guardare ai lati di questa enorme piovra che scandisce i ritmi di chi vive tra il Po e il Cimone, tra l’Adriatico e l’oltrepò Pavese e… tra la via Emilia e il West. Lo spaccone fiorentino sembrava una vaga possibilità di ammodernamento del partitone, soprattutto dalle incrostazioni ideologico-sovietiche ma, per chi conosce le dinamiche, già quando si impossessò dei vertici del partito, la base era rimasta fedele alla linea e, tra un referendum e un’elezione i risultati si sono visti… Poi che il Bomba fosse tutt’altra cosa rispetto a quel che ha fatto vedere agli inizi, beh, quello è una triste realtà.

Fatto sta, che gli emiliano romagnoli, un po’ per paura, un po’ per pragmatismo, un po’ perché è l’usato sicuro (ma questa riflessione va comunque letta), fedeli alla linea lo sono stati, fin troppo, anche se, vivaddio, governeranno si spera, con un po’ di pepe al culo, ammesso e non concesso che la nuova opposizione a trazione leghista faccia il suo dovere.

Ma non è di questo che dobbiamo parlare. Sì perché queste elezioni, vuoi anche perché per la centralità della regione e il significato politico che di conseguenza hanno assunto, hanno creato un clima d’isteria collettiva diviso tra “arrivano i barbari”, “i fascisti alle porte”, “liberiamo la nostra terra”, nuove resistenze e via dicendo. Un clima pesantissimo, un’aria irrespirabile soprattutto sui social dove, inspiegabilmente, gente che hai conosciuto fisicamente, con la quale sei rimasto virtualmente in contatto in virtù dei social ma che normalmente, né ti mette like, né ti chiede in privato come stai; d’improvviso si sveglia perché una notizia condivisa, non rispecchia quella fedeltà alla linea che scorreva un tempo da Piacenza a Rimini. E passi per i militanti, che in quanto tesserati debbono obbedire militarmente a ogni cosa recepita come provocazione “fassista”e che ad un certo punto devi bloccare per poter sopravvivere. Ma gli elettori semplici, quelli che si stupiscono per una tua obiezione, un cambio di bandiera dovuto a un fare semplicemente i conti con una drammatica realtà, quelli che ti commentano ogni starnuto che destabilizza la loro tranquillità piatta, monotona, moderna, attrezzata, benservita, consumata; quelli SONO PEGGIO dei militanti, sono robot lobotomizzati dal pensiero unico demokratiko popolare, intriso di metoo, gretinismo, politically correct ma morte a Salvini, razzismo al contrario e quant’altro.

Non sono disposti ad accettare che un’operaio voti qualcos’altro, perché dall’alto delle élites di cui sono entrati a far parte si sentono comunque inclusivi, non sono abituati a pensare che una partita iva possa essere un lavoratore onesto che deve sopravvivere a tasse, burocrazie e un mercato sempre più spietato; no, quello è un evasore a prescindere. Non pensano che non si vive tutti in case sicure, che fuori dai loro quartieri belli e ordinati e dalle loro posizioni di rendita si possa star male. Non pensano che chi vive in provincia sia condannato all’isolamento o alla mobilità (in)sostenibile. No.

Pensano che occorre fermare i barbari, che bisogna resistere, resistere, resistere,  e allora il tuo spazio di pensiero deve essere neutralizzato, ogni occasione è buona per provocare. E se provi ad argomentare loro ti ribattono con un muro di insolenza misto spocchia, il fottuto complesso dei migliori, misto a quella sensazione che “ti verremo a prendere a casa” una volta che sarà finito tutto. Non possono votare e basta, no, devono spiattellarti che il loro è l’unico voto giusto, con buona pace del libero pensiero. E se tu dici di aver cambiato idea nel corso degli anni, fingono di accettarlo, ma per loro sei sulla via della perdizione, devi essere rieducato. E’ così, è drammaticamente così, può sembrare un banale commento a un post, ma nasconde un’idea di vigilanza che ricorda più l’osceno gesto di Mondovì che non la citofonata goliardica (e stupida) di Salvini. Come se ci fossero delle spie social che poi riferiranno alla Volante Rossa di turno.

E allora resta un’arma, l’unica che i social ti consentono: il blocco. Perché tu puoi fare il democratico, quello che non censura nessuno per principio, perché non vuoi abbassarti di livello. Ma la provocazione fine a se stessa (perché di questo si tratta dato che lo scambio di opinioni è un altra cosa e, soprattutto, non è logorante) non la reggo più, soprattutto non l’accetto. Non accetto di lasciare l’ultima parola. Sono infantile? No, mi sono rotto i coglioni. Perché i ragionamenti non sono possibili, non più. Ti vengono a cercare proprio e non vedono l’ora che ci caschi con un bel vaffanculo che si meritano, ma che ti fa immediatamente passare dal torto e fa il loro gioco. E io non ho tempo da perdere con queste cose. Io non ho bisogno di aver ragione. Se sono convinto delle mie idee, o di ciò che condivido, non lo devo giustificare.

Allo stesso modo, non devo giustificare chi vuole commentare, chiunque lo può fare ma nei limiti della mia personale discrezione. Non giustifico il continuo ribattere, che vuole portare a dovermi giustificare per ciò che penso, come se avessi torto per qualunque cosa che faccio che non appartiene alla fedeltà alla linea. Volete l’ultima parola? Andate a cercarla da un’altra parte. Vi sentite censurati? Non è più un problema mio, portate rispetto per quello che condivido, ma non rompete i coglioni. Diversamente da un po’ di tempo a questa parte la porta è, anche se non vi piace, in fondo a destra.

L’intolleranza e il perdono

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Che legame hanno tra di loro, la notizia che Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna calcio, abbia dato il suo endorsement a Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna, l’irritazione di Liliana Segre per la titolazione di una via a Giorgio Almirante a Verona, e la foto su Twitter di Ivan Zaystev, capitano del Modena Volley e della Nazionale con Stefano Bonaccini? Ve lo diciamo noi: l’intolleranza a senso unico alternato… [continua a leggere su Caratteri Liberi]

Gli Ayatollah della Costituzione

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Eccessivamente manipolativo. Non è il quesito referendario sul sistema elettorale bocciato due giorni fa dalla Corte Costituzionale, ma l’uso improprio che si fa della controllo di legittimità delle leggi o dell’ammissibilità dei quesiti referendari secondo la legge fondamentale dello Stato [continua a leggere su Caratteri Liberi...]

Schock a sinistra

shock a sinistra

 

Le elezioni generali nel Regno Unito, hanno dimostrato, se ce ne fosse bisogno, che oramai la sinistra si è persa in un circolo vizioso dalla quale pare incapace di uscire. E le chiavi di lettura, qui dalla provincia estrema, senza perderci nelle analisi di Alan Friedman o Beppe Severgnini, le riassumiamo così [continua a leggere su Caratteri Liberi]

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