egregio presidente, le scrivo la presente che so non leggerà. tuttavia mi permetta di dirle che per il 2 giugno poteva trovare la seguente soluzione: poteva venire a fare le celebrazioni a Modena, all’Accademia militare più prestigiosa d’Italia e fare un cerimoniale sobrio, senza parate, magari issando il tricolore Cispadano, che sappiamo esser nato a Reggio Emilia, ma ne facevano parte anche Bologna e soprattutto Ferrara e Modena, le province più colpite dal terremoto. poi, in quanto comandante supremo delle forze armate (la Costituzione le da questo potere glie lo ricordo) poteva guidare reparti dell’esercito nella bassa, a presidiare dagli sciacalli, e a offrire sostegno ai paesini sperduti della bassa, che stamane, al tg regionale, ho appreso che ancora attendono i soccorsi. vede presidente, tutto questo avrebbe avuto solo un significato simbolico, ma noi Emiliani, dalla resistenza a questa parte (fenomeno storico al quale, le ricordo, deve la carriera) siamo molto patriottici e avremmo gradito e anzi, avremmo colto l’occasione, per una volta, di sentirci orgogliosi di essere italiani, prima ancora che emiliani.
Stefano Bonacorsi