Non credetegli. Non credetegli quando vi venderanno la prosperità. Non credetegli quando vi parleranno di successo, di grandezza, di conquista. Non siete soldati, non siete guerrieri, siete uomini disarmati. Vi diranno d’esser forti e coraggiosi, ma non vi diranno come, e in relazione a questo millanteranno prosperità, perché è scritto certo, ma si limiteranno a leggervi e proclamarvi il primo capitolo di Giosuè, senza dirvi cosa c’era prima e cosa ci sarà dopo. Un compartimento stagno.
Quando chiedete conforto a un cristiano, aspettatevi che vi risponda con la Parola. Se non lo fa evitate il sermone, cercate da voi, è scritto cercate e troverete. Aprirete una Bibbia e troverete il versetto che vi edificherà, che vi darà speranza. Ma dovrete cercare col cuore, nel momento in cui realizzate che nessuna parola umana vi può consolare.
Perché quando millantano prosperità citando il salmo 23 dicendo “non manco di nulla” alcuni penseranno “pensa se mi mancasse pure quello”. Ma se vi diranno che scorreranno fiumi nella solitudine, allora saprete davvero che non vi mancherà nulla, perché quel fiume è una speranza. E come è scritto in Ebrei, la fede è certezza di cose che si sperano. Dunque se abbiamo una speranza, davvero non ci manca nulla, perché abbiamo qualcosa a cui aggrapparci, siamo certi che la speranza diverrà realtà.
E per chi non ha fede? A ciascuno di noi è stata data una misura di fede, ed è scritto “io sto alla porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3,20). La scelta è libera, ma possiamo tutti aprire il cuore ad una vita nuova.
Nella solitudine possono scorrere fiumi, fiumi di speranza.