Mettetela come vi pare, ma le elezioni del 26 gennaio in Emilia-Romagna, non saranno, per forza di cose, solo un elezione locale. Prova ne sia il fatto che ieri sera, su Rai Tre, i principali sfidanti per la Regione, Stefano Bonaccini, presidente Pd uscente della Regione, e Lucia Borgonzoni, candidata in quota Lega per il centro destra, si sono confrontati in diretta da Bianca Berlinguer al suo programma Cartabianca [continua a leggere su Caratteri Liberi…]
Tag: riflessioni
Ipocrisia parlamentare
Ha scritto su “Le Figaro” Jaques De Saint Victor, che quello che è avvenuto in questi giorni è la vittoria della democrazia parlamentare. Le vecchie istituzioni reggono il colpo nonostante la democrazia della rete rappresentata da Rousseau e le dirette Facebook di Salvini. Sarà, ma non ci vediamo niente di vittorioso in un accordo di puro interesse, messo insieme da regie e strategie occulte che si nasconde dietro al “bene degli italiani”… [continua a leggere su Caratteri Liberi]
La melina
C’è un dato che emerge, ma si legge tra le righe, più precisamente tra le dichiarazioni calcistiche di Matteo Renzi che cita Trapattoni (non dire gatto se non l’hai nel sacco) e Gian Marco Centinaio, ministro uscente dell’agricoltura e leghista possibilista fino all’ultimo che cita Vujadin Boskov col suo “partita finisce quando arbitro fischia”.
Quello che emerge è un imbarazzante melina istituzionale… [continua a leggere su Caratteri Liberi]
Lo stallo dei sistemi parlamentari
In Italia è evidente almeno dal 2013, in Spagna hanno votato quattro volte negli ultimi tre anni e rischiano di farlo una quinta a settembre se non si troverà la quadra per il governo a guida socialista di Sanchez.
Nel Regno Unito è meno evidente ma il fu governo May era traballante per lo stesso motivo verificatosi in Italia e Spagna. In Germania sono anni che regna una Grande Coalizione, l’ultima volta per metterla insieme ci hanno messo sei mesi. Il culmine si è toccato con la designazione di Ursula Von Der Leyen alla Commissione Europea: l’Europarlamento l’ha confermata con soli nove voti di scarto, in una coalizione tutt’altro che omogenea. Signori, benvenuti nella crisi dei sistemi parlamentari… [continua a leggere su Caratteri Liberi]
Una strategia istituzionale
Se c’è una cosa che la Brexit ha insegnato al resto del mondo è che nel Regno Unito non c’è premiership che tenga: comdanda la House of Commons, comanda Westminster, insomma, comanda il Parlamento.
In queste ore in cui si susseguono i processi alle intenzioni, con Di Maio alla prova scenica della Piattaforma Rousseau si leggono, su giornaloni e giornalini, scenari e contro scenari in attesa di capire se il governo Conte avrà una soluzione di continuità, oppure se Salvini tornerà a mettersi nelle mani degli elettori, con tutti i rischi del caso… [continua a leggere su Caratteri Liberi]
Un altro 25 aprile è andato…
… e siamo sopravvissuti! E come ormai sono tornato a fare da qualche anno l’ho “festeggiato” andando a suonare con la banda del paese per le normali ricorrenze civili. Eppure c’è stato un periodo che per me, il 25 era natale o la Pasqua di risurrezione! Oggi mi suona blasfemo definirlo così, ma è successo. Chi mi ha seguito nei miei vari blog, sa che ho un sinistro passato da uomo di sinistra, quando ero un universitario e che quindi per me il 25 aprile valeva bene una messa. Così come da aspirante intellettuale, nelle varie scorribande artistiche a cui ho preso parte, è accaduto che il 25 aprile lo raccontassi o lo cantassi davanti ad un pubblico. Ma già sette anni fa, in quello che forse è stato il mio picco artistico di quando mi dedicavo al teatro narrante, mi rendevo conto che era difficile parlare della Resistenza senza scivolare nella retorica. In quell’ultima occasione che ebbi di farlo (e fu fatto anche alla festa nazionale dell’ANPI a Marzabotto) cercai, coi miei sodali di allora, di evitare come la peste argomenti retorici da antifascismo di maniera, partendo invece dall’ultimo passero di Fenoglio (il partigiano Johnny) e arrivando ai giorni nostri, cercando di capire quali potessero essere le nuove resistenze. Un brano a cui ero molto legato era il “Discorso ai capelli” di Pasolini, che andrebbe letto oggi a chi manifesta in malo modo per fare riflettere su quella che oggi è la dittatura del pensiero unico e del politicamente corretto. Non a caso, Pier Paolo Pasolini non viene mai citato dagli intellò di oggi, troppo impegnati a rincorrere Saviano e la Murgia. La mia intenzione dell’epoca era quella di voler uscire dal recinto della sinistra, cercando di dare un’impronta patriottica (si badi bene non nazionalista) anziché partigiana. Ma qualche mese dopo l’esperienza con quel gruppo finì (almeno da parte mia) e successivamente non ho avuto più modo di dedicarmi a questo genere di cose. Non lo rimpiango, se non in giornate come oggi, dove la polemica retorica domina lasciando poco spazio a commenti intelligenti.
In realtà pensare di festeggiare il 25 aprile senza retorica è di fatto impossibile. Lo è perché dopo che per anni è stato appannaggio della sola sinistra, è inutile cercare da parte della sinistra stessa, di cercare di trasformarlo in una festa condivisa. Soprattutto oggi con un antifascismo che è più strumentale a un opposizione senza se e senza ma a Salvini, rispetto alle rievocazioni che stanno solo nelle curve da stadio. D’altro canto a destra ricordano che il fascismo era di fatto caduto due ani prima, un altro 25 ma in luglio, ed era caduto per logoramento interno, addirittura famigliare, Ciano il genero, contro il suocero Benito. E poi il sussulto del Re, l’armistizio, la fuga, lo sbando e la seconda guerra civile (la prima fu quella al brigantaggio, ma non è questa la sede).
Personalmente a me ormai il 25 aprile ricorda più i nostalgici sudisti del generale Lee e il Ku Klux Klan, che non le eroiche gesta dei partigiani delle montagne. E so bene di cosa parlo perché vivo in una zona a ridosso di quella che fu la Linea Gotica, non lontano dai territori liberi che costituirono la Repubblica di Montefiorino. So anche, per i racconti di mio nonno (che fu deportato come prigioniero di guerra in Germania dal fronte greco e che ha sempre votato Pci), e di un mio vecchio professore che so non essere certo di destra, che però nel dopoguerra fu anche zona di briganti e che da queste parti le vendette ci sono state, anche per una questione privata, come direbbe Giovanni Lindo Ferretti.
Insomma il 25 aprile, come ogni anno, ci ricorda quanto è difficile essere italiani; aspettiamo la messa del I maggio, di modo che le feste comandate “civili” finiscano e con loro un altra colata di retorica gratuita. In attesa di una sospirata riconciliazione nazionale che, come la speranza di Tenco, è diventata un’abitudine.

Riempi la ciotola a Snoopy!
Salvo eccezioni i contenuti di questo blog sono gratuiti e accessibili a tutti, ma se volete, potete contribuire alla libera informazione con un offerta a vostro piacere.
€1,00
Dalla Sardegna alle europee passando per la Basilicata e il Piemonte, quali scenari?
Al netto delle elezioni in Sardegna e delle proiezioni per le Europee (con l’aggiunta di Basilicata e Piemonte) la sensazione è che il governo del triumvirato mattarelliano Conte-Di Maio-Salvini finirà all’indomani del 26 maggio.
Da giorni i retroscenisti dipingono scenari che passano dal dramma alla farsa in uno sfogliar di pagina di quotidiano. Ma c’è un dato che nessuno (forse) tiene in considerazione: il 3 marzo ci saranno le primarie del Partito Democratico e c’è già chi sta iniziando a preparare le valigie: Giacchetti ha dichiarato che se rientrano Emiliano e Bersani se ne andrà, così come Calenda ha detto che il modello Zedda, quello visto in Sardegna, non gli piace. Ed ecco la chiave di volta del governo che verrà. [continua a leggere su Caratteri Liberi…]
Il paese reale
Per quanto fosse stato ampiamente previsto che il governo Conte sarebbe stato, a dispetto dei proclami degli altri due triumviri, un governo di breve durata e dunque, per quanto ci siano in diversi che stiano iniziando a fare il conto alla rovescia manco fosse capodanno un dato emerge: al netto delle contraddizioni il governo del triumvirato mattarelliano Conte-Di Maio-Salvini è il governo più rappresentativo di sempre. [continua a leggere su Caratteri Liberi...]
Lega, cosa pensano forzisti e Fdi della esclusione di Giovanardi?
Fin da quando ero un sinistro militante, ritengo Modena un interessante laboratorio politico. Un tempo lo era per quello che era definibile come sinistra radical chic, a sinistra del partitone tra università e solidarietà operaia era un fermento di collettivi, un pullulare di no global e onde anomale che terminò, di fatto con l’implosione della Sinistra Arcobaleno e la sinistra in vitro di Vendola. [… continua a leggere su La Pressa]