Ce l’ho fatta. Ho rimosso la mia data di compleanno (31/12) dai social (aggiunta al fatto che, per motivi che non sto a spiegare, impedisco alla gente di pubblicare sul mio profilo Facebook), così da vedere al netto dei social chi veramente mi avrebbe fatto gli auguri. Conto una decina di persone, per lo più famigliari, a cui aggiungo una vecchia conoscenza, compagna di studi all’università, che non vedo da dieci anni. Il resto muto. Ah no, la chat della banda è vero. Un’altra decina di persone. Finito. Poi al solito qualche ritardatario pizzicato per caso in questi giorni di riposo.
Dispiaciuto? In realtà no. Sono peggio gli auguri finti e obbligati su Facebook, soprattutto da persone che non hai mai conosciuto in carne ed ossa, che non le vere dimenticanze. E’ così, fingere non mi piace più, i social amplificano le balle, essere popolari lì sopra vuol dire essere ricchi a Monopoli. Basta. Quando serviranno li adopereremo.
E allora perché questo post tre giorni dopo? Per far sentire in colpa qualcuno? No, altre volte ho scritto in passato sui miei vecchi blog per il mio genetliaco, e li ho sempre pubblicati, con identico risultato: chi vuol leggere lo fa, chi no passa oltre. Ecco passiamo oltre.
Relativamente a questo blog, riprenderemo dopo l’epifania, forse con un po’ di costanza forse no, a riaggiornare la #rassegnaadaltaquota anche qui sopra e non solo su Instagram. Scriveremo quando ci andrà e se ci andrà, non è più una priorità, non deve essere un’idolatria.
Quanto a me mi dedicherò a ciò che mi farà stare meglio. E’ l’unico proposito del nuovo anno che ho è essere me stesso. Buon anno a tutti.