
La vicenda di Silvia Aisha Romano, mi ha lasciato molto perplesso. Perplesso per il trattamento mediatico, perplesso per la passerella del Governo, perplesso per le reazioni da tifoseria che sono passate sopra il dramma di un rapimento di una donna, da parte di terroristi islamici e tutte le conseguenze del caso. Va detto a onor del vero che l’unico politico che si è sempre speso per Silvia Romano, è stato Giuseppe Civati, tutti gli altri se n’erano scordati. Così come va detto che abbiamo visto gli hastag con scritto #veritapergiulioregeni o #bringbackourgirls, ma per Silvia Romano c’è stata relativamente poca pubblicità. Forse un po’ adesso è nell’occhio dei media perché questa presunta conversione libera, fa rima con il decadimento dell’occidente viziato che tanto piace ai sinistrati. In pochi si stracciano le vesti per i quattro milioni finiti nelle casse di Al Shabaab, laddove anni fa, ricordo chi si irritava per il minuto di silenzio per i militari morti a Nassirya o irrideva la morte di Fabrizio Quattrocchi. Alla fine della fiera torna sempre la politica, tutta italiana, della moglie americana e dell’amante araba, l’Italia in questo strano scacchiere geopolitico aveva una sua centralità nello scenario mediterraneo, anche se pesantemente doppiogiochista, basti pensare al caso di Sigonella, gli alleati Usa da un lato, un terrorista palestinese dall’altro e il Governo italiano schierato dalla parte di quest’ultimo. Solo che adesso, come si legge su Atlantico Quotidiano, pare che pure nel Mediterraneo stiamo sempre più perdendo centralità, dopo un’azione dove le nostre forze di intelligence non hanno particolarmente brillato. L’unico consiglio di lettura che mi sento di dare, in questa riflessione senza titolo, è l’articolo scritto da un altro sequestrato da banditi islamici, Domenico Quirico, inviato di guerra de La Stampa. La sua è la riflessione che mi pare sia più opportuno leggere, in quanto sa perfettamente di cosa si parla, quando si parla di rapimento.

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