Un sabato italiano (rassegna ad alta quota del 23 maggio 2020 in orario serale)

Non ho molto da aggiungere, la rassegna di oggi è stata più che tardiva, un edizione eccezionalmente serale ma, come ho detto, il bello della provincia è che le notizie di giornata lo sono per tutto il giorno! Buon ascolto e buona notte!

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Anticipazioni (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 22 maggio 2020)

Questa sere vi anticipo cosa potreste leggere domani, non perché mi sia messo a predire il futuro, ma perché ho lavorato a un paio di cosette e il tempo residuo lo impiego per anticiparvi di che si tratta: un pezzo sulla montagna e un altro sulle bande scritto per La Pressa. Poi ho in mente, perché non ho ancora iniziato a buttarlo giù, un piccolo saggio su cosa sia la figura istituzionale del Presidente della Repubblica, sopratutto alla luce di ciò che sta emergendo dalla cronaca politica in questi giorni. Perché se pensiate che sia solo simbolicamente il Capo dello Stato, il Comandante supremo delle Forze Armate, il presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e colui che nomina il governo… beh, qualcosina vi sfugge, ma ve la spiegherò meglio su Caratteri Liberi. Poi non appena avrò qualcosa di interessante da dire per Gli Stati Generali, la pubblicherò anche là. Nel frattempo buonanotte e a domani.

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Messaggio promozionale (per il sostegno alla rassegna ad alta quota del 21 maggio 2020)

Stasera non c’è il solito aggiornamento perché mi si è prolungato oltre misura il lavoro. Non quello tradizionale che interrompo per la mia quotidiana rassegna di provincia, e che potete vedere dalla mia webcam, ma l’altro, quello di mediatore civile e commerciale, poiché nella vita faccio anche questo, oltre a essere referente dell’organismo della Camera di Mediazione Nazionale per la sede di Modena. E dunque qui di seguito vi snocciolo due informazioni in merito che potete leggere prima di andare a dormire.

L’emergenza Covid-19 ha portato il mondo dentro le webcam, il processo telematico era già stato avviato, ma ora più che mai viene implementato per evidenti ragioni di sicurezza. E la mediazione civile, strumento alternativo per la risoluzione delle controversie, procede spedita in questa direzione e oltre a semplificare l’iter per l’ottenimento di una giustizia più rapida, efficace ma soprattutto concordata tra le parti; si prodiga per fornire gli strumenti adatti al periodo attuale. Se già prima era possibile poter svolgere le mediazioni in via telematica, oggi questa modalità diventa la norma, garantendo a chi farà ricorso a questo strumento, oltre a un risparmio di tempo e denaro, anche un risparmio in termini di logistica, fatti salvi i problemi dovuti al digital divide.

Oggi dunque, con i tempi della giustizia che si sono ulteriormente dilatati per via dello stop dovuto all’emergenza Coronavirus, lo strumento della mediazione civile e commerciale diventa più che mai necessario per l’ottenimento di risoluzioni rapide ed efficaci, garantendo il giusto livello di empatia, aiutando a trovare una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa, con costi molto più contenuti rispetto ad una normale causa civile.

Invitandovi a visitare il sito, vi informo che dai prossimi giorni la Camera di Mediazione Nazionale, Sede di Modena, sarà lo sponsor della Rassegna ad Alta quota.

Il terzo spazio (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 19 maggio 2020)

L’aggiornamento di stasera è puramente autoreferenziale. Siccome sono riuscito a diventare un “Brains” de Gli Stati Generali, anche se non ho ancora ben capito che cosa significhi, ho riciclato il mio ultimo post “indipendente” di questo blog. Indipendente nel senso di averlo scritto per questo spazio, senza che il lettore fosse rimandato a “La Pressa” o a “Caratteri Liberi”. Ogni tanto, è raro, mi capita di scrivere per me, o per lo meno, di scrivere cose che non sono collocabili dentro un recinto editoriale e allora mi ricordo cosa significhi essere un blogger.

Ovvio, le dinamiche de “Gli Stati Generali” devo ancora capirle, ma non posso negare che ho iniziato anche su quella piattaforma allo scopo di avere maggiore visibilità per me, per quello che scrivo e per le cose che faccio. Un terzo spazio col quale poter arrivare a più persone con scritti che diversamente resterebbero confinati su queste pagine, il che non significa non letti, ma semplicemente meno esposti. Questo non vuol dire che non esisteranno più post “indipendenti” anzi, tuttavia ho scelto di usare quello che vedete in foto, perché ha riscosso molti consensi e ho pensato che meritasse di più. Dopo di che vedremo, il mio principio attuale, da quando sono un semplice collaboratore volontario per testate indipendenti è che scrivo quando mi pare, per chi mi pare e soprattutto, di quello che mi pare. Chi mi legge… mi segua!

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1+1=? (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 18 maggio 2020)

E’ quasi l’ora di darvi la buonanotte e sono ancora qui che devo aggiornarvi. Il fatto è che le notizie sono tristi o per lo meno non sono allegre come si vorrebbe, ma del resto abbiamo spostato l’attenzione dalla cronaca alla narrazione della cronaca e oggi abbiamo visto come certi titoloni siano più o meno ottimisti. Da queste parti, un po’ per patriottismo di testata, un po’ perché ci piace l’onestà intellettuale, preferiamo andarci cauti. La sensazione è che molti vogliono sperare ma il presente li spaventa, e li spaventa a morte. Se fate un giretto sulla home de La Pressa avrete modo di avere un quadro definito di questo primo giorno di fase 1+1, un giorno a metà tra la gioia di riaprire e la paura di uscire, tra i timori della seconda ondata e la speranza di farcela. Cose che leggeremo sui quotidiani domattina e che vi racconterò dal mio collegamento quotidiano, ma che si confondono tra una narrazione purtroppo celebrativa del governo regionale, e quella della cruda realtà. Come se stesse scendendo di livello quello scollamento dalla realtà che oramai è una costante nel governo nazionale ma che paurosamente si sta avverando anche qua in Emilia-Romagna. Mi auguro che i fatti mi diano torto, ma la sensazione è questa, e cioè che a fronte di un racconto che viene narrato a lieto fine, ci ritrovieremo in realtà con ben altri esiti.

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Questione di percezione (riflessione a margine della rassegna ad alta quota del 17 maggio 2020)

Mi fermo a riflettere su alcuni fattori che hanno scandito la mia vita di osservatore. Uno di questi è la percezione delle cose, degli eventi, del pericolo e, dulcis in fundo, della narrazione di tutto ciò che ho appena elencato. Il Covid-19 è stato narrato prima come un raffreddore più grosso degli altri, poi come l’apocalisse e ora viene dipinto come un qualcosa che c’è, con cui bisogna convivere, stare attenti, niente sarà più come prima eccetera. L’opinione pubblica si è divisa tra allarmisti, virologisti, aperturisti e quant’altro, fino ad arrivare all’oggi e cioè a una sorta di libertà vigilata, o libertà ansiogena, segno che nessuno ci ha ancora capito nulla, ma è necessario che si torni a vivere e lavorare. E avremo, ci potete scommettere, la paura a farci compagnia giorno dopo giorno, fino a che questo virus sarà percepito come il compendio delle forze del male.

E mi tornano in mente altri tipi di percezione che in passato venivano sottolineati ma anche bellamente sfottuti o ridicolizzati. Penso alla percezione del crimine derivante dai fenomeni migratori, confinato nella narrazione della destra razzista e, ovviamente, fascista; penso alla percezione del potere d’acquisto dopo l’avvento dell’Euro, anche questa confinata nel recinto degli euroscettici.

Sono tutte narrazioni che volente o nolente hanno diviso l’opinione pubblica e che in un modo o nell’altro hanno avuto un riscontro elettorale. Quello che non hanno avuto è stata una narrazione obiettiva, sensata e senza tifoseria. Il Coronavirus ha fatto la stessa fine, dal non c’è pericolo si è passati al moriremo tutti senza soluzione di continuità, con la differenza che, stavolta, una buona fetta di persone si è accorta che qualcosa nella narrazione dei fatti non ha funzionato. E vedrete che questo avrà strascichi lunghi e pesanti nei giorni a venire.

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Musica e coronavirus: la Flos Frugis di Fiorano scalpita per ripartire (integrazione alla rassegna ad alta quota del 16 maggio 2020)

Cominciamo oggi un nuovo viaggio, esplorando le attività musicali di base come le bande, importanti patrimoni culturali e aggregativi, molto spesso punto di partenza per chi poi intraprende una carriera artistica. Anche queste realtà sono state duramente colpite dall’emergenza Covid-19. Cominciamo il nostro percorso con una delle bande più “giovani” sul territorio modenese, la banda Flos Frugi di Fiorano, in un dialogo col presidente dell’Associazione Nino Rota, nonché componente della banda Maurizio Bardini… [l’aggiornamento di oggi continua su La Pressa]

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Vilipendio? (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 15 maggio 2020)

Non mi soffermo su ciò che ha detto l’Onorevole Sara Cunial alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, se è convinta delle sue affermazioni buon pro le faccia. Quello che mi ha stupito maggiormente è stato il pronto soccorso immediato, fatta eccezione per Sgarbi, al Presidente della Repubblica dopo che nell’intervento la deputata l’aveva definito la vera epidemia di questo paese, a meno che non si riferisse allo scientismo dogmatico.

Poco mi importa se si riferiva a Napolitano (che non vedo come possa azzeccarci in questo momento) o di Mattarella, ma la cosa che mi ha sconvolto è stato questa apparente lesa maestà, questo trasformarsi di tanti deputati in tanti piccoli Emilio Fede, e d’accordo che definire una persona al pari di un virus non è esattamente una finezza, forse un’indagine per vilipendio ci può stare, ma che senso ha, nel caso, voler andare ad aprire un’indagine su di una deputata che, a oggi, è destinata a scomparire dai radar politici? E’ forse la nuova leader nazionale? Io fino a poco fa, di lei non sapevo nulla, immaginavo soltanto, dal discorso fatto, che potesse essere una ex Cinque Stelle. A che pro accanirsi per un presunto reato di vilipendio su questa persona?

Nella narrazione giornalistica, curiosamente, le critiche al Capo dello Stato latitano anche nei giornali di più ferrea opposizione, di recente nella sua rassegna mattutina, Daniele Capezzone comincia a commentare anche piuttosto insistentemente sulle responsabilità di Mattarella rispetto alla crisi in corso e a questo Governo sempre più improbabile. Ma è uno in mezzo a un marasma di yesman che non abbiamo visto nemmeno ai tempi del Berlusconi più popolare. Gli altri giornali tacciono, anche se sui social cominciano ad apparire segnali di insofferenza anche verso l’inquilino del Quirinale.

Il punto è proprio questo: la Cunial potrà anche aver fatto un discorso complottista e anche improbabile, tuttavia quando ha toccato la figura del Capo dello Stato è stato come se si fosse squarciato l’emiciclo di Montecitorio. Il Presidente non si tocca. E d’accordo, la Cunial non ha certamente fatto l’intervento del secolo, ma occorrerebbe che i suoi colleghi, al di là di azzardate metafore virali, riconoscessero l’inedia della più alta carica dello Stato in questo momento. Se un merito Sara Cunial lo ha, nel suo discorso, è quello di aver mostrato che tutto si può fare, anche straparlare in aula, ma guai, guai e ancora guai, a criticare il Presidente.

Qui non si complotta…

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Letture per la buonanotte (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 14 maggio 2020)

Scopro con piacere, meglio tardi che mai, che i lavoratori dello spettacolo potranno godere della mancetta di 600 euro, come si dice dalle mie parti “piutòst che gnent, l’è mej piutòst”. Piccoli segnali laddove ancora non si sa quali saranno le misure per la ripresa dell’indotto. Leggo di stabilimenti balneari che riducono i posti e i servizi, lunedì riapre chi ancora non l’ha fatto, tra cui bar e ristoranti e la domanda mi sorge spontanea: ma se la gente potrà tornare a uscire per andare al pub o in pizzeria, dopo che avrà consumato che farà? Niente teatro, niente cinema, niente sagre paesane, niente concerti, e va bene che un minimo le stagioni le stanno preparando comunque per salvare il salvabile, ma col divieto di assembramento, con le misure di sicurezza, mi spiegate come si fa a vedere un film in più di tre persone, ad andare a fare le serate di ballo, come suoneranno gli orchestrali, le bande e quant’altro? E che senso avrà fare gli apertivi col percorso salute? Già vedo bariste che conosco annunciare via social che ci saranno e contemporaneamente chiedere la collaborazione dei clienti per la fase che sarà. Si tornerà a fare shopping ma uno alla volta, roba che ti passa la voglia della vasca in centro per pericolo di multa più che di virus. E dopo le 18 che si fa? Tutti a dormire? Tutti a far l’amore? O tripudio di feste clandestine e concerti carbonari?

Mentre aspettiamo una risposta a queste domande, il mio consiglio è di dare una lettura a ciò che scrive Davide Cavaliere, non tanto a proposito di Silvia Aisha Romano, quanto piuttosto di ciò che ronza attorno al sistema che ha fatto sì che si venisse a creare la situazione che domenica si è apparentemente risolta. Una sensata lettura della buonanotte, ciò a cui ci siamo abituati e continueremo ad abituarci, se dopo che saremo usciti per la cena, non ci sarà niente da fare se non leggere e guardarsi il cinema in streaming.

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Tra isteria e reazione (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 13 maggio 2020)

Escono le linee guida della regione sulla riapertura di massa e, come in molti temevano, con queste modalità si fa prima a tener chiuso. Ingressi contingentati, cartelli informativi, percorsi salute, guardare e non toccare, visite guidate ma solo con i congiunti, gioco della sedia con la differenza che chi la perde resta fuori, giocare a campana mentre si aspetta il proprio turno per entrare, rigorosamente distanziati di un metro, caffè espresso in modalità Starbucks da prendere letteralmente al volo per evitare assembramenti. E poi ancora non disturbate il manovratore, attenzione carichi sospesi, pericolo alta tensione, non quella elettrica ma quella che ti mettono gli altri; mantenere la distanza di sicurezza, attraversare solo col verde, non toccatevi che diventate ciechi, calcolate i tempi di percorrenza dall’ingresso del bar all’uscita con Google Maps, visione consigliata per un pubblico adulto, vietato ai minori di 14 anni, non fatelo da soli a casa. Ricordatevi di alzare l’asse del water, in caso d’emergenza rompere il vetro e ricordatevi di allacciare le cinture di sicurezza. Solo non si vedono i due leocorni.

Che sono quelli che vorrebbero che ci si ricordasse, una volta ancora di più, che il mondo dell’arte e dello spettacolo è ancora fermo, e soluzioni all’orizzonte, ancora non se ne vedono. Anche se, pur timidamente, se ne parla.

Il mondo dello spettacolo è a secco

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