
di Stefano Bonacorsi per Caratteri Liberi
L’elezione del Presidente della Repubblica, fin dalla sua fondazione, è il crocevia della politica italiana. Designato in sede di Costituzione come una figura al di sopra delle parti, si tratta in realtà di una figura il cui scopo, il più delle volte, è stato quello di interpretare non tanto il sentimento popolare uscito dalle urne, quanto gli umori delle segreterie di partito, attraverso le rappresentanze parlamentari.
Per com’è concepita, la prima carica dello Stato, non è predisposta per investire un leader naturale come può avvenire per un sindaco o, più di recente, per un presidente di regione (per non scomodare paragoni esteri con Francia o Stati Uniti), tuttavia, non sappiamo se grazie a un equivoco o a una visione di lungo corso dei padri costituenti, il Presidente della Repubblica è sempre più centrale nella politica italiana, vuoi perché il Parlamento, se mai l’ha avuta quella centralità l’ha persa (o meglio l’hanno persa i partiti); vuoi perché in sede di elezioni da almeno due legislature non emerge una maggioranza netta e, quando è emersa si è dissolta strada facendo. Continua a leggere su Caratteri Liberi…

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