
Pare che si stiano smuovendo le acque per il ritorno in campo della Serie A e B, oltre che della Lega Pro, e fin qui tutto bene, si parla di metà giugno e di partite da trasmettere in chiaro. A mio modesto parere però, dato che il pubblico del calcio ha una bella fetta di abbonati (e ignoro come le squadre abbiano risolto la cosa) stabilire un numero contingentato di ingressi e farli anche scaglionati, col contagio in discesa, non sarebbe una brutta pensata. Il problema è tenerli fermi mentre si agitano con la loro squadra del cuore, ma non c’è il rischio che l’assembramento avvenga anche nei bar, nelle piazze circostanti a chi trasmette le partite e nelle case dove si ritroveranno gli amici?
L’Nba riprenderà probabilmente a luglio e probabilmente il finale di stagione si terrà a DisneyWorld, o Orlando in Florida. Un unico luogo di svolgimento, con diverse arene, un’alta ricettività e una buona probabilità di salvare la stagione. Stagione che in Eurolega non si sa se riprenderà, dato che i giocatori unanimemente sono contrari e i club dotati di licenza sono divisi sul da farsi.
Il resto dei campionati lo sappiamo cosa ha deciso, a modesto parere di chi scrive un’occasione persa, ma se gli introiti non ci sono perché si deve giocare a porte chiuse, è difficile fare altre scelte. Ritengo comunque che sarebbe stato meglio aspettare, valutare piazze all’aperto (c’era l’idea del campionato di pallavolo all’arena di Verona, del resto all’ultimo mondiale la nazionale aveva giocato al Foro Italico) e insomma, non sarebbe stato male darsi un po’ di pazienza in più, anche se, e questo il pubblico non lo sa, lo sport in Italia è in maggioranza dilettantistico anche ai massimi livelli. Ciò significa che i costi di gestione e gli ammortizzatori sociali sono un’altra cosa, rispetto a dove il professionismo è riconosciuto. Spesso si parla di riconoscimento di professionalità ignorando che comporta oneri enormi per chi investe, che non sempre hanno il ritorno dovuto. Il dilettantismo da un lato agevola a livello burocratico, dall’altro, come vengono a mancare risorse, salta tutto.
L’emergenza Covid-19 avrebbe dovuto portare una riflessione in merito, ma si è rivelata l’ennesima occasione persa.

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