Vilipendio? (aggiornamento alla rassegna ad alta quota del 15 maggio 2020)

Non mi soffermo su ciò che ha detto l’Onorevole Sara Cunial alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, se è convinta delle sue affermazioni buon pro le faccia. Quello che mi ha stupito maggiormente è stato il pronto soccorso immediato, fatta eccezione per Sgarbi, al Presidente della Repubblica dopo che nell’intervento la deputata l’aveva definito la vera epidemia di questo paese, a meno che non si riferisse allo scientismo dogmatico.

Poco mi importa se si riferiva a Napolitano (che non vedo come possa azzeccarci in questo momento) o di Mattarella, ma la cosa che mi ha sconvolto è stato questa apparente lesa maestà, questo trasformarsi di tanti deputati in tanti piccoli Emilio Fede, e d’accordo che definire una persona al pari di un virus non è esattamente una finezza, forse un’indagine per vilipendio ci può stare, ma che senso ha, nel caso, voler andare ad aprire un’indagine su di una deputata che, a oggi, è destinata a scomparire dai radar politici? E’ forse la nuova leader nazionale? Io fino a poco fa, di lei non sapevo nulla, immaginavo soltanto, dal discorso fatto, che potesse essere una ex Cinque Stelle. A che pro accanirsi per un presunto reato di vilipendio su questa persona?

Nella narrazione giornalistica, curiosamente, le critiche al Capo dello Stato latitano anche nei giornali di più ferrea opposizione, di recente nella sua rassegna mattutina, Daniele Capezzone comincia a commentare anche piuttosto insistentemente sulle responsabilità di Mattarella rispetto alla crisi in corso e a questo Governo sempre più improbabile. Ma è uno in mezzo a un marasma di yesman che non abbiamo visto nemmeno ai tempi del Berlusconi più popolare. Gli altri giornali tacciono, anche se sui social cominciano ad apparire segnali di insofferenza anche verso l’inquilino del Quirinale.

Il punto è proprio questo: la Cunial potrà anche aver fatto un discorso complottista e anche improbabile, tuttavia quando ha toccato la figura del Capo dello Stato è stato come se si fosse squarciato l’emiciclo di Montecitorio. Il Presidente non si tocca. E d’accordo, la Cunial non ha certamente fatto l’intervento del secolo, ma occorrerebbe che i suoi colleghi, al di là di azzardate metafore virali, riconoscessero l’inedia della più alta carica dello Stato in questo momento. Se un merito Sara Cunial lo ha, nel suo discorso, è quello di aver mostrato che tutto si può fare, anche straparlare in aula, ma guai, guai e ancora guai, a criticare il Presidente.

Qui non si complotta…

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