Il fantasma della mobilità sostenibile (aggiornamenti alla rassegna ad alta quota del 21 aprile 2020)

C’era un intervista interessante sulla Gazzetta di Modena di oggi, con la quale si capisce chiaramente che il Covid-19 ha smantellato ogni idea di mobilità sostenibile. Nell’intervista all’amministratore unico dell’agenzia per la Mobilità di Modena (aMo) Andrea Burzacchini, si capisce chiaramente che il fronte gretino è alla frutta. Vi risparmio la pagina accanto dove si dice che il pensiero ecologico deve diventare un’abitudine quotidiana. Ve lo risparmio perché nell’intervista, il Burzacchini si augura che, per quanto comprensibile, la paura non porti tutti a prendere la macchina anziché i mezzi. Che va detto, a Modena e provincia non sono tutto sto che. Questi pensano a rifare la mobilità quando i servizi extra urbani sono carenti nei piccoli centri, e anche in quelli urbani non brillano particolarmente. Poco prima della pandemia si stava progettando la riqualificazione del “gigetto” il treno che collega Sassuolo e Modena, l’ennesimo progetto dopo che da anni si sta pensando se sopprimere o potenziare una linea che di per sé, se fosse efficiente, ridurrebbe di suo drasticamente il traffico. Ma ora li voglio vedere, mettere i semafori, prenotare le corse e quant’altro, il che vorrebbe dire, semplicemente, aumentare il parco mezzi, perché se non puoi più far stare 30 o 50 persone su un pullman, automaticamente devi metterne a disposizione un’altro. E chi paga? E le strade ai 30 all’ora per invogliare a prendere la bicicletta? Fallo su per la Giardini tra Maranello e Serramazzoni, genio! La verità, è che si dovrà invece prendere atto che sì, sui mezzi non ci si potrà più salire stipati, il che sarebbe anche l’ora; ma soprattutto che i mezzi andranno di corsa in corsa, o almeno una volta al giorno SANIFICATI. Scongiurare il massiccio uso dell’auto, a fronte di una pandemia che, per come è stata trattata, ci ha reso tutti paranoici (e gli abitacoli delle nostre macchine un porto sicuro) è un’utopia buona per i gretini, laddove basterebbe rendere i mezzi pubblici vivibili, senza la paranoia del distanziamento sociale. Il buon senso (guanti e mascherine obbligatori) farà il resto. Meno parole per aria e soldi investiti decentemente.

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