Fin da quando ero un sinistro militante, ritengo Modena un interessante laboratorio politico. Un tempo lo era per quello che era definibile come sinistra radical chic, a sinistra del partitone tra università e solidarietà operaia era un fermento di collettivi, un pullulare di no global e onde anomale che terminò, di fatto con l’implosione della Sinistra Arcobaleno e la sinistra in vitro di Vendola. [… continua a leggere su La Pressa]