Quello che rappresenta

Io Fabrizio Corona non lo posso vedere, neanche in fotocopia. M’è antipatico, mi ricorda troppo i bulletti della scuola, quelli che per quanto ignoranti al cubo, erano pieni di ragazze e gli andava sempre liscia. E non siamo lontani da quello stereotipo.
Mi si dirà che è invidia, che lui s’è fatto Belen e io no, che in realtà vorrei essere al posto suo eccetera. Niente di più improbabile: ho conquistato una mia normalità e non farei a cambio e, padroni di non crederci, io con la Rodriguez non ci andrei nemmeno se me la servisse su un piatto d’argento dopo essere passata per una pulivapor (soprattutto perché sono più che felicemente fidanzato).
Al di là di questo, e quindi al netto dell’antipatia, il Corona rappresenta a oggi, il peggio di questo scalcinato paese. Mi si dirà, nuovamente, che c’è chi ha fatto di peggio, che non dobbiamo giudicare (ma il cristianesimo non si può scomodarlo quando fa comodo!) che ha già pagato a sufficienza (daje). Mi dispiace, non è così.

Parto da un preambolo: nel 2011 mi sono laureato, tesi in criminologia dal titolo “Mass media e rappresentazione della criminalità” convertito poi in “La celebrità criminale” (disponibile in formato pdf per chi fosse interessato, previo un versamento di € 6,00 sul mio conto Paypal). In questa tesi analizzavo come l’esposizione mediatica di certi profili criminali, influenzasse il normale corso della giustizia. In sintesi oggi, più che un buon avvocato, serve un buon agente e Corona, sotto questo profilo, ha fatto un capolavoro: dal carcere, nel quale scontava una condanna cumulativa di 13 anni per i reati elencati nella foto sopra, mandava a dire che stava male, che soffriva e via di conseguenza le parate di vip (Fiorello in testa come scrissi tempo fa) che supplicavano la grazia per Corona, che stava pagando più di quanto doveva. Viene il dubbio che l’armadio segreto di Corona sia, per i vip, al pari di quello segreto di Andreotti per i politici.

E’ la feccia d’Italia? Non arrivo a questo, ma sicuramente ne è il miglior rappresentate. E questo perché io parto da un presupposto cristiano: il peccato è peccato, senza distinzione di gravità, ragion per cui, un reato è un reato, chi sbaglia paga, tanto o poco ma deve pagare. E non mi tirate fuori la storia che non dobbiamo giudicare. Perché è vero, da cristiano io non devo giudicare gli altri ma guardare a me stesso (la famosa storia della pagliuzza e della trave per intenderci), tuttavia, è scritto nella Bibbia che i cristiani sono tenuti a rispettare le leggi del paese in cui vivono ragion per cui, se un mio concittadino viola la legge, non sono io che devo giudicare, ma il giudice preposto alla tutela della stessa. Assistiamo invece a una parata di ipocrisia dove tutti sono giudici, iper garantisti, che utilizzano due pesi e due misure.

Corona rappresenta il peggio per questo scalcinato paese, perché partendo da lui (che è vero non ha ucciso nessuno, ma ha commesso comunque reati gravi per il codice penale) si arriva agli Schettino che ha 32 morti sul groppone e la gente che fa la fila per fare la foto con lui. Partendo da Corona, già vip, si arriva ai Parolisi, agli zii Miché e le cugine Sabri, agli Scattone e Ferraro, alle Anna Franzoni e a tutti quei personaggi pre e post Corona che, approfittando di una campagna pubblicitaria praticamente gratuita, sono passati dallo status di carnefici a quelli di vittime, senza che la Bruzzone o il Picozzi di turno ci trovassero niente da ridire. Il tutto con l’avvallo di una stampa compiacente, perennemente in cerca di audience. Del resto, sono queste le storie che piacciono agli italiani, le leggono, ci si appassionano pensano siano fiction. Dai tempi di Rina Fort a oggi è sempre la stessa storia. Avvocati, imputati, giornalisti e giudici lo sanno, più il risalto è grande, più il processo sarà farsesco. Tutti in cerca del quarto d’ora di notorietà. La criminologia ancora non l’ha adottata come tipologia di devianza eppure ci sarebbe già un’ampia casistica. Ecco cosa rappresenta Corona: la vera deriva di questo paese, sempre più folle.

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