Più che con la manifestazione muscolare di Roma, con la quale Salvini ha messo in cascina più fumo che arrosto (stando a pareri non proprio di sinistra come questo); il futuro della leadership del ater Matteo si giocava col consiglio federale della Lega Nord di oggi. E non tanto per la sfida tra Tosi e Zaia, ma perché alla luce delle primarie campane sarebbe stato interessante vedere i duellanti sfidarsi in una competizione simile. I leghisti o gli elettori di centro destra, contesteranno il fatto che non appartiene alla loro storia politica scendere a simili mezzucci, visto anche gli esiti di queste competizioni; tuttavia l’idea a più riprese è stata presa in considerazione, anche in virtù del fatto che lo stesso Salvini è stato eletto con questo metodo. E allora, perché non risolvere la disputa tra Tosi e Zaia con un’elezione primaria? Perché in realtà la competizione è tra Tosi e Salvini, i quali hanno idee e modalità di leadership totalmente diverse? Può darsi ma, da osservatore, la considero un’occasione persa, per almeno tre motivi:
#1 Poteva essere una primaria vera, un po’ come quella che nella rossa Emilia ci siamo persi quando ci poteva essere la sfida tra Bonaccini e Ricchetti.
#2 Poteva essere una sfida aperta a Renzi, del tipo “visto? lo facciamo anche noi, ma le nostre competizioni sono più vere”
#3 Poteva essere l’inizio di una vera ricostruzione per il centrodestra, con un partito a fare da traino e a prendere l’iniziativa, costringendo gli altri a inseguire sul serio.
Un cambiamento non lo si fa in un anno di leadership, con un partito da reinventare, un vuoto da riempire e un omonimo da sfidare. Però poteva essere un buon inizio. Peccato.