Io me lo ricordo, un post partita di una delle ultime gare di qualificazione al nefasto mondiale del 2010. Incazzato come una belva, contestato dai tifosi, punzecchiato dai giornalisti. E lui li manda tutti a quel paese. Poi consegna all’Italia il suo peggior mondiale della storia, quattro anni dopo averne vinto uno, si assume tutte le responsabilità e se ne va. Non erano le dimissioni pietose di Prandelli, il siluramento senza troppi complimenti di Donadoni, o il passo d’addio di un Trapattoni che in nazionale è stato al di sotto di ogni possibile aspettativa. Quelle furono le dimissioni di un uomo chiamato ad anticipare un disastro, a rimediare a un dissesto, a mettere una pezza laddove non c’era nemmeno il filo per cucire. Lippi fece giocare al meglio una nazionale che peggio non poteva essere, privilegiando il gruppo e lasciando a terra primedonne che quattro anni dopo sarebbero state messe sul banco dei capri espiatori, segno che, forse tanto torto non ce l’aveva. Aveva saputo leggere, esattamente come quattro anni prima, che quello era il miglior calcio che l’Italia potesse esprimere, ci fosse stato un’altro scandalo pre mondiale, forse avrebbe tirato fuori quella punta di orgoglio in più che serviva. Ma tant’è, la colpa non era sua, ma di Giancarlo Abete, rappresentate di un sistema che non stava (e fatica tuttora a starci) in piedi e che solo quattro anni più tardi capì che era il caso di levarsi di torno.
Ecco, se c’è un uomo che vorrei vedere sullo scranno del Quirinale, è Marcello Lippi. Sarà per i miei trascorsi juventini, sarà per quella sua aria da incredibile stronzo, sarà che calciatori, giornalisti, presidenti per lui pari sono; sarà perché probabilmente non ne sa mezza di politica ed economia e allora proprio per questo ce lo vorrei; sarà perché è l’unico italiano ad aver fatto qualcosa di prestigioso agli occhi di tutti (mi perdonino scienziati e uomini di cultura ma la massa vince) a livello internazionale per l’Italia, sarà perché le consultazioni dirette da lui sarebbero un vero spasso…. io candido #marcellolippialquirinale. Un italiano che ha avuto il coraggio d’essere stronzo. E che da tale, pur se da commissario tecnico, ne ha messi in riga sessanta milioni. Tra scherzo e realtà, uno con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, quel modo di fare un po’ così, a fare il presidente ce lo vedrei bene. #marcellolippialquirinale