Modena torna in vetta, al posto che le spetta, un po’ come tutte le piazze in cui uno sport si afferma, e diventa parte del tessuto sociale. “Il volley siamo noi” recitava il coro dei tifosi al Paladozza, per il trionfo di Coppa Italia. 17 anni che quel titolo non tornava sotto la Ghirlandina, preludio di uno scudetto che manca da 13? E’ presto per dirlo, tuttavia quel coro suona a dir poco come un messaggio, una conferma se non addirittura un fondamento. La stagione 2014/2015 è quella che ha inaugurato la Superlega, con la Serie A1 che dopo alcuni anni senza retrocessioni ha deciso di darsi un’impostazione sul modello Nba. Non una novità invero perché già il baseball in Italia ha deciso di tracciare questa strada per darsi una stabilità. Si prova quindi a dare un’impronta adulta al movimento, oserei dire che si prova a fare impresa e, soprattutto, intrattenimento d’alto livello. Non facile, specie in Italia.
E non è un caso allora che si riparta da Modena, città che ha vinto il maggior numero di scudetti (25 con quattro squadre tra cui la più blasonata, l’ex Panini oggi Pallavolo Modena, che ieri ha trionfato in Coppa Italia) e che, tra le tante è l’unica conferma in un panorama che ha visto nascere trionfare e sparire tante compagini (Cuneo e Treviso su tutte, ed entrambe con un palmares notevole). Naturale che si riparta da qui, per dare un segnale e per affondare le radici di una ripartenza, Modena è la Juventus del volley, una piazza in cui il pubblico non manca e l’interesse degli sponsor nemmeno. Certo, la squadra è stata costruita per vincere ed è senza dubbio molto forte, ma non è un caso che si riparta dalla città da dove sono partiti i grandi treni che hanno fatto grande la pallavolo maschile. Modena come traino per il movimento, al pari di Milano per il basket? Probabilmente sì, ma il basket se la passa un tantino peggio. Nonostante le defezioni infatti, il volley italiano ha comunque grandi club sul panorama internazionale (il posto di Treviso è stato degnamente preso da una Trento pigliatutto) e la nazionale, dopo un ricambio un po’ traumatico nel 2009, è tornata di buon livello (eccezion fatta per il mondiale di quest’anno).
Riuscirà la pallavolo italiana, ripartendo da qui, a diventare adulta? Dopo i ridondanti anni novanta e pur essendo il secondo sport di squadra per tesseramenti (stime del Coni), è uno sport che gode di scarsa visibilità, complice anche il fatto che mamma Rai si aggiudica i diritti a tempo perso in assenza di una concorrenza mediatica che ci investa sopra. Inoltre, passata la “generazione di fenomeni” non ci sono stati personaggi in grado di conquistare l’interesse dei media (siamo ancora fermi a Zorzi e Lucchetta per intenderci). E poi praticamente si riparte da zero: Cuneo, campione d’Italia nel 2010 e squadra di primo livello negli ultimi 20 anni non si è iscritta al campionato, Treviso la dominatrice degli anni ’90 e di buona parte dei ’00 è scomparsa dalle carte geografiche, e questo solo per sottolineare le scomparse recenti. Parma, altra piazza storica non è pervenuta da metà degli anni novanta, le grandi città, salvo alcuni scudetti sparsi tra Roma e Torino non fanno da presa per il volley. E quindi? La pallavolo è LO SPORT della provincia per eccellenza, per cui il problema delle metropoli non si pone tuttavia, per colpa di un professionismo mai veramente sbocciato, è venuta a mancare la storia: i derby, le rivalità, gli scontri. Modena di fatto è l’unica superstite della storia della pallavolo italiana. Una Superlega degna di questo nome, se vuole ispirarsi ai modelli americani, deve cercare lo spettacolo laddove può essere sicura di trovarlo. Le quattro finaliste del Paladozza erano sicuramente quelle giuste al momento giusto, le migliori rappresentative del campionato e del suo livello tecnico. Ma riavere Treviso, Cuneo, Parma, puntare su Torino e Roma e cioè dove il volley ha lasciato un segno… ecco, questo sicuramente può essere il modo di far crescere il movimento. A livello di pubblico se ne gioverebbe e chissà che l’interesse mediatico non si risvegli. Ma per questo secondo aspetto, sarebbe meglio rivolgersi a qualcuno che sa di marketing.
Da modenese seppur di provincia e seppur non abbia visto la finale, faccio i complimenti alla mia squadra. Ma sarei più felice di farli a un movimento che vuole erigersi a esempio, se volesse finalmente fare sul serio.