Sarò sospettoso, ma a me il binomio Tavecchio- Conte non mi convince. Mi sa di solita sceneggiata italica. Tavecchio è la vittoria del “sistema” ma Albertini sarebbe stato, al pari di Renzi per la politica, solo un cambio di facciata. C’è poco da fare, il calcio si conferma lo specchio del paese, la conservazione della conservazione, cambiare tutto perché nulla cambi. La scelta di Conte pare poi un copione già scritto, le sue dimissioni dalla Juventus (e la scelta di Allegri conseguente) sapevano di farsesco e la sua scelta fa il paio con l’ostruzionismo a Tavecchio capitanato da Agnelli. In altre parole: la Juve si ferma un giro e passa il testimone alla Roma, gli altri guardano ma scelgono chi comanda il pallone tricolore. Nel frattempo Conte è incaricato di selezionare i migliori italiani da piazzare sul mercato, dato che il nostro campionato è una realtà ormai provinciale e l’unico modo per far cassa non è vincere ma vendere. Sarò il solito sospettoso, ma per me sta funzionando così.
Il solito sospetto(so)
Stefano Bonacorsi