trovatene un altro. un altro che dopo aver visto la morte non da vicino, ma che c’è stato letteralmente in braccio, si è ripreso come s’è ripreso lui. un altro che ha un sorriso che ti spiazza ogni volta che lo vedi, e non sa di rivincita, ma di gioia di vivere. trovatene un altro che probabilmente ogni giorno che vive ringrazia da quando apre gli occhi al mattino a quando li richiude. trovatene un altro che possa essere così di esempio, e non mi si dica che era ricco e aveva i mezzi per farlo. appunto perché ha avuto anche quella fortuna è di esempio. l’esempio di chi non si piange addosso, di chi non sta a fare vittimismi, ma fa leva sulle proprie disgrazie per dire agli altri (e magari per aiutarli) “ce l’ho fatta io, ce la potete fare anche voi!”.
forse lo sto idealizzando, così come si possono idealizzare le paralimpiadi. però non si può fare a meno di ammirare tutto questo, a dispetto di chi dice che sono la fiera della disgrazia, per me sono la parata dell’orgoglio di riuscire comunque a vivere, con un sorriso sulle labbra, trovando motivazioni nuove ogni giorno.
trovatene un altro che mi faccia sentire per una volta davvero fiero di essere italiano.
trovatene un altro, un altro qualsiasi, che mi faccia apparire piccoli piccoli, i problemi quotidiani. trovatene un altro che mi sia di esempio su come ci si rialza nella vita. anche da morte certa.
Stefano Bonacorsi