solo un passatempo (dieci anni dopo)

(dieci anni dopo la maturità sono questo, e anche qualcosina in più)
in realtà volevo e dovevo scrivere d’altro, ma il veder postare sui social network gli auguri per i maturandi e i rimpianti per i bei tempi andati mi ha solleticato diversamente. e m’è venuto da pensare che la maturità l’ho data dieci anni fa, allora come oggi c’era una manifestazione calcistica internazionale in corso (l’infausto mondiale di Corea e Giappone 2002), all’epoca avevo seri problemi a livello caratteriale per via di un’operazione chirurgica che mi aveva fatto perdere molti giorni di scuola, due mesi di educazione fisica e che aveva alimentato all’inverosimile il mio cinismo (mi sono ripreso a fatica e ci ho messo anni), ed era il primo di una breve serie di esami di maturità a commissione interna e presidente esterno (io ho preso il peggio della pubblica istruzione, la commssione interna, il 3+2 all’università… l’unica formazione seria l’ho avuta a fare shiatsu). tra l’altro mi presentati con due materie sotto, un bel 4 in matematica (la matematica finanziaria era un incubo) e un altro in economia aziendale (per la cronaca ho fatto il tecnico quindi al pari di Fantozzi, sono un ragioniere), oggi sarebbe impensabile. non me ne fregava assolutamente nulla di nulla, feci il peggior tema della mia carriera (già allora scrivere mi dava parecchie soddisfazioni) e presi 12/15, la seconda prova fu un disastro (5/15) la terza fu la replica di una che avevamo già fatto durante l’anno scolastico (e lo scoprimmo tramite soffiata di professori complici, a dieci anni di distanza si può sputtanare la cosa anche sul web, ma lo sapevano tutti già allora) e fu il mio miglior scritto 13/15. l’orale credo che fu qualche giorno dopo la finale che vide il Brasile laurearsi pentacampeon con due gol di Ronaldo (che di lì a poco sarebbe andato dall’Inter al Real Madrid) ad una Germania che pur non essendo granché arrivo a giocare quella che era la settima finale per entrambe le contendenti al titolo. un mondiale pietoso, del resto la Turchia arrivò terza, quarta la Corea del sud. non ricordo molto di quell’orale (l’ultima domanda sì, il mio prof. di lettere -un faro per me- che mi chiede “ma tu lo manderesti via Trapattoni?”), ma sommato ai crediti accumulati dalla terza alla quinta più gli scritti, arrivai a un onesto 65/100. minimo sforzo massimo rendimento. rimpianti? pochi, della mia classe di allora sono rimasto in contatto con pochi, uno di questi è bancario nella banca dove sono correntista, un’altra lavora per un’associazione di categoria, un’altra coordina un’associazione culturale, un altro ancora, con cui condividevo il primato negativo in economia aziendale come me è diventato socio in un’azienda. gli altri… c’è chi s’è laureato, chi si è sposato e poi ha divorziato, chi ha figliato con successo, chi messo in piedi famiglia e chi non ho più visto o ho perso di vista… io sono rimasto quello che sono, ho sorpreso quasi tutti perché c’era chi non credeva che sarei stato bravo a fare certe cose, che sarei diventato così intraprendente che mi sarei laureato… certo, non sono mai stato un fenomeno, ci ho messo il mio tempo e sono sempre il più eccentrico (ergo anche quello più preso per il culo) di quella che era la 5^ A del Cavazzi 2001/2002 però… le mie rivincite me le sono riprese tutte, e a volte anche se mi sembra di essere stato immobile, mi guardo indietro e penso che di cose ne ho fatte e parecchie. saranno anche solo esperienze, ma hanno pagato, magari non ho una vita così normale, ma del resto, che me ne faccio io della loro normalità? è vero che a volte la rimpiango, che vorrei essere più semplice, avere anch’io una stabilità di fondo, e forse è solo perché così come allora non la trovo oggi quella stabilità, faccio così tante cose, onnivoro di tutto quello che non è il corso naturale della vita, perso nella mia fantasia in quel mondo che gli altri stentavano a capire, chissà se mai ci hanno provato… ho trovato altri lidi su cui appoggiarmi, altri eccentrici, o forse solo curiosi come me, certamente meno “normali” o solamente con la pretesa di volere di più dalle aspettative della vita. so che da dieci anni a questa parte o forse per alcuni qualcuno di più, ho solidi appigli a cui aggrapparmi, pur se tra alti e bassi. e la maturità in tutto questo è stato solo un episodio, un ricordo minore. un percorso che ho fatto sì, ma che poi non è stato così importante. della scuola in fondo, mi manca solo il laboratorio teatrale. sì è vero, dovevo anche studiare, ma era solo un passatempo…

Jack

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