a volte vorrei davvero essere uno normale, uno qualunque. non avere interessi particolari, seguire il campionato la domenica, leggere (ammesso che lo voglia fare) solo qualche best seller consigliato da altri lettori di best sellers, vedere solo i film che guardano tutti, avere poche fisse, poche passioni, una vita mediocre, in mezzo ai mediocri, una relazione ordinaria, niente da spiegare, niente da far capire. eppure sono un mediocre, uno qualsiasi, certo, ma fuori dai miei confini, lontano dal mio paese, dai miei affetti. dentro quei confini, non sono uno qualunque, sono il Cug, sono Jack Tempesta, sono il figlio del tale che fa quelle belle cose, sono quello che scrive per il giornale. sono semplicemente me stesso alla fine, ma alle volte questo essere me stesso, mi stanca. non potrei essere io se non facessi le letture musicate, se non suonassi, se non trovassi buono ogni pretesto per esibirmi a livello artistico, se non scrivessi questi blog che scrivo. non potrei senza “la ridda di corni, fagotti e ottavini che cornacchie e pettirossi mi muovono in testa”. e più passa il tempo, più sento la verità nei complimenti che mi fanno, sento che divento un pochino sempre più bravo, e ne sono consapevole che la mia vita è anche questa vita. una vita in cui mi spiego a pezzi, dietro a un microfono, con parole spesso di altri, solo la mia voce che non tradisce le mie emozioni. non potrei essere io se non fossi questo. comincio a pensare che mi basterebbe meno, anche se non rinuncerei a quello che e sono. eppure c’è un senso di vuoto che accompagna i miei gesti, il dopo. il prima e il durante non sono un problema, il dopo sì. ed è quel chiedersi se serve veramente a qualcosa tutto questo, se uno sguardo sognante è davvero appagante, se sono stato utile. a volte non mi sembra così essenziale.
lo faccio per me, tutto questo, prima di tutto è vero. ma è una frase egoistica che non giustifica. l’appagamento c’è, ma poi mi chiedo cosa è restato e non me lo spiego. eppure ne ho bisogno. eppure vorrei essere un mediocre a volte, mediocre ma felice. è pur vero che questo mio esser nomale mi piace, e mi rende a sua volta felice, è che forse vorrei che quella felicità avesse un che di speciale. e invece è normale e dura poco. come tutto quello che è normale.
Jack