l’altro giorno, il fratello n.1 a proposito del mio trasloco col blog mi ha chiesto:<>. al che, banalmente, ho risposto:<>, ma non ho saputo aggiungere molto altro, anche perché stavo cambiando luogo e la conversazione era destinata a scemare. oggi (ieri, visto l’orario in cui mi riduco a scrivere) sono stato a una conferenza stampa. non scrivo più tanto per il giornale, l’ho fatto perché l’argomento mi interessava e perché riuscivo a conciliarlo col lavoro. perché ho voluto andarci? perché mi interessava? l’ho già detto, sì, però avrei anche potuto leggere il giornale il giorno dopo o guardare il tg regionale. per i soldi? suvvia, i quattro euro a pezzo non farebbero gola a nessuno (anche se, quando ero studente, pure quelli erano comodi). niente di tutto questo. è stato semplicemente il desiderio di scrivere, di raccontare. e ancora prima di sapere, di curosare. perché per me scrivere è poter essere me stesso, poter dire le cose senza preoccuparmi di arrossire o di dover fare una faccia da duro. poter essere libero di non imbarazzarmi di fronte allo sguardo di un’altra persona. non dico che scrivere sia la mia vita, ma di sicuro è l’azione in cui mi trovo meglio in assoluto. quando scrivo è come se mi stessi cucendo un vestito da indossare, e il rendere pubblico ciò che scrivo, altro non farà che farmi capire se quel vestito mi sta bene o no. non mi interessa più di fare il giornalista, lo faccio solo per diletto e passione. nemmeno mi interesso più dell’ipotesi che un giorno questo blog possa portarmi alle luci della ribalta. io scrivo per sentimi normale, per sentire la mia normalità e offrirla a chi legge.
Jack
E ritrovarsi qui… Bentrovato.
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e a te ben ritrovata!|
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I enjoyed reading your poost
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